Vivere con il deficit

Sonno

Sonno alfa 1 at - Deficit di Alfa 1 At Antitripsina

La patologia polmonare associata al deficit di alfa-1 antitripsina può portare all’insorgenza di vari disturbi del sonno, che vanno dai più semplici risvegli a situazioni più complesse come l’insonnia oppure le apnee notturne. Dormire bene è molto importante per poter affrontare al meglio le attività quotidiane e questo rende i disturbi del sonno un’ulteriore minaccia alla salute dell’individuo.

Un primo tipo di disturbi è costituito dalle interruzioni del sonno, cioè dei risvegli che possono essere il risultato di vari fattori come un ambiente sfavorevole al riposo, la necessità di recarsi al bagno oppure la necessità di ulteriori medicamenti. In quest’ultimo caso, però, è possibile che la terapia necessiti di riformulazione in quanto la sua efficacia potrebbe essere insufficiente per fornire copertura adeguata.

Un altro tipo di disturbo è costituito dall’insonnia, cioè la difficoltà nel dormire (causata da problemi nell’addormentarsi o nella continuità del sonno). L’insonnia è una condizione che non si presenta da sola, ma è secondaria ad altre condizioni come, in questo caso, la patologia polmonare da DAAT. In aggiunta, anche gli stessi farmaci utilizzati come terapia per la patologia polmonare possono portare a problemi nel dormire (come, ad esempio, i beta-2 agonisti). Anche in questo caso la mancanza di sonno può portare a problemi nello svolgere le attività quotidiane. È pertanto opportuno rivolgersi al proprio medico sottolineando il problema oppure anche rivolgersi a specialisti, che sapranno consigliare metodi per favorire il corretto riposo ed eventualmente prescrivere trattamenti.

Un ulteriore problema tipico nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva, fra cui quelli con DAAT, è costituito dalle apnee notturne. Si tratta di arresti del flusso d’aria nelle vie respiratorie per periodi prolungati durante il sonno. L’insorgenza di brevi periodi di apnea è un fenomeno normale, ma può diventare un problema quando la frequenza con cui avviene o la durata crescono eccessivamente. Queste possono avere serie conseguenze in quanto da un lato possono determinare interruzioni del sonno (impedendo il riposo), dall’altro possono determinare un abbassamento della saturazione di ossigeno. Le apnee notturne, se ripetute per lunghi periodi (mesi o anni) possono andare ad affaticare il cuore nella sua parte destra, potenzialmente portando ad insufficienza cardiaca destra. Fra i sintomi o i segni che permettono di riconoscere il ripetersi di apnee notturne ricordiamo la sonnolenza durante il giorno, il forte russamento durante la notte, mal di testa al risveglio e, nei casi più gravi, i sintomi dell’insufficienza cardiaca destra come gli edemi periferici (che costituiscono la sindrome obesità-ipoventilazione o di Pickwick). Anche in questo caso, però, esistono dei trattamenti ed è necessario rivolgersi al proprio MMG (medico di medicina generale), ad un medico del sonno oppure uno pneumologo: il più famoso è il cosiddetto CPAP, che consiste in una maschera da applicare sul naso durante la notte, la quale è collegata ad un apparecchio che genera una costante pressione positiva facilitando la respirazione. Di seguito trovate il nostro opuscolo con informazioni utili.

Gli stili di vita nel deficit di alfa1 antitripsina – Il sonno