Vivere con il deficit

Fumo

Il principale fattore di rischio eliminabile associato all’insorgenza di malattia polmonare negli individui con deficit di Alfa-1 Antitripsina è il fumo di sigaretta.

il fumo alfa 1 at - Deficit di Alfa 1 At Antitripsina

Il fumo amplifica i danni ai polmoni

Il fumo è, anche per persone con normali livelli di Alfa-1 Antitripsina, un fattore irritante che produce danni alle cellule dei polmoni, ma è anche un forte fattore di rischio per numerosissime patologie come tumori (alle vie aeree, ma anche in altri distretti), malattie cardiovascolari e malattie respiratorie. Il fumo di sigaretta, infatti, consiste in una miscela di oltre 200 sostanze differenti fra le quali sono presenti un gran numero di cancerogeni e di tossine, che sarebbero dannosi anche se presi singolarmente.

In pazienti con DAAT gli effetti sono ancor più distruttivi. Il fumo è un potente agente irritante che stimola l’infiammazione dell’albero respiratorio e degli alveoli polmonari: il processo infiammatorio comporta la produzione, da parte delle cellule dell’infiammazione, di varie sostanze fra le quali anche l’elastasi neutrofila. La carenza di Alfa-1 antitripsina, molecola inibitrice dell’elastasi neutrofila, fa sì che quest’ultima non possa essere controllata e vada ad agire anche nei confronti delle cellule dei polmoni e delle vie respiratorie, determinando gravi danni.

A questo si aggiunge anche il fatto che il fumo di sigaretta è in grado di distruggere le molecole di Alfa-1 antitripsina (ed una sola sigaretta è sufficiente a distruggere tutte le molecole di AAT presenti nei polmoni). La combinazione di azione irritante e distruzione di AAT, che si ripetono continuamente nel tempo negli individui tabagisti, porta ad un aumento enorme dei danni provocati (di gran lunga superiori a quelli già estesi che si verificano in un individuo senza DAAT).

In individui con normali livelli di AAT, i danni polmonari dovuti al fumo si sviluppano gradualmente ed eventuali manifestazioni compaiono intorno ai 50 o 60 anni. Negli individui con DAAT, invece, il danno ai polmoni si sviluppa molto più rapidamente, potenzialmente comparendo già intorno ai 30 anni.

Anche per pazienti a cui viene somministrata la terapia sostitutiva (infusione di Alfa-1 antitripsina) è di fondamentale importanza l’atensione dal fumo e gli eventuali fumatori dovrebbero perdere l’abitudine in maniera efficace prima dell’inizio della terapia. La terapia sostitutiva, infatti, non conferisce al paziente la capacità di produrre AAT, ma semplicemente ne aumenta i livelli: il fumo di sigaretta distruggerebbe le molecole di AAT rendendo vana la terapia.

I polmoni non sono, come detto, l’unico organo colpito dai danni del fumo di tabacco, ma molti altri organi vengono danneggiati, come il fegato. Il fumo di sigaretta contiene una grande quantità di tossine, che una volta all’interno del corpo devono essere detossificate ed eliminate (come accade per molte altre sostanze come le droghe): questo compito è svolto principalmente proprio dal fegato. Le ricerche scientifiche evidenziano che il fumo di sigaretta è un fattore che può portare ad un danno epatico, evento grave se sommato ad una malattia epatica secondaria a DAAT.

Come smettere di fumare?

È evidente, quindi, che smettere di fumare è un passo di fondamentale importanza per preservare la salute di qualsiasi individuo, ma ancor più importante nel caso di individui con deficit di Alfa-1 antitripsina. Smettere di fumare può essere possibile da soli, ma l’aiuto esterno comporta una maggiore probabilità di successo: i dati ISTAT evidenziano che le persone che smettono da sole riescono, in media, dopo 6 tentativi, mentre il numero medio di tentativi decresce per le persone che si fanno aiutare. Un valido alleato per la perdita dell’abitudine al fumo è sicuramente il proprio medico di medicina generale, insieme al quale è possibile scegliere un percorso. Le strategie ad oggi messe in atto per smettere di fumare comprendono sia l’utilizzo di farmaci (per alleviare i sintomi dell’astinenza e favorire la disassuefazione) sia il sostegno psicologico di operatori specializzati. Il medico di medicina generale può anche orientare il proprio paziente a rivolgersi al Centro Anti Fumo più vicino, una struttura specializzata nell’accompagnare il paziente in questo percorso.

Ecco alcune risorse per smettere di fumare messe a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità:

Per approfondire

Per approfondire e per avere informazioni anche sugli effetti che altre sostanze dannose possono avere sui tuoi polmoni e sul tuo fegato consulta il nostro opuscolo:

Gli stili di vita nel deficit di alfa1 antitripsina L’aria che respiriamo